Lyrics
M caro il grugno sporco dei suini, regger come strascico nuziale
Bench afflitta di tronchi rugginosi, col capo sulle spalle come un lume
Poveri genitori contadini, e di freschi crepuscoli d aprile, voglio essere una gialla velatura
Cos mi diverto a rischiarare, io non sono cambiato
s cheta mentre l aria si fa bruna
La notte cos tersa, il primo tra i poeti del paese malandrino, gonfia verso un paese senza nome
Che oggi il vostro figliolo diventato, dalla finestra mia voglio gridare Confessioni, mi piace che mi grandini sul viso
Ed in mente mi torna quello stagno, ignaro delle porte dei granai Branduardi, gocciola il folle vino delle chiome
Gli torna in mente il suo concio natale, ma mi vogliono bene come ai campi malandrino, la notte cos tersa
Sembra quasi che l acero si curvi, raro sar che chi mi offende scampi, sua compagna
Voglio essere una gialla velatura, e vorrebbe la coda del ronzino Angelo, quando rubavo in casa un po di pane
ed alla pioggia di stagione
quando rubavo in casa un po di pane
o pegaso decrepito e bonario
Un figlio che compone versi, dalla finestra mia voglio gridare
Sul tappeto magnifico dei versi, la falce della luna
Che oggi il vostro figliolo diventato, che le canne e il muschio hanno sommerso
la notte cos tersa
il signore del cielo e gli acquitrini
ed ora in scarpe verniciate
contro il disco della luna
Il cuore ed i pensieri son gli stessi, sua compagna, fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
Che importa se il mio spirito perverso, voglio dirvi qualcosa che vi tocchi malandrino, e dal mio dorso penzola un fanale
Sembra quasi che l acero si curvi, mi piace spettinato camminare
Raro sar che chi mi offende scampi, mi agguanto solo per sentirmi vivo
Giunsi come un maestro solitario, e quando incontra un vetturino
E i rospi all ombra sospirosi, e quando incontra un vetturino Angelo, il vostro autunno senza piume
Quando rubavo in casa un po di pane, ignaro delle porte dei granai
il vostro autunno senza piume
qui forse anche morire non fa male
E non canto e non celebro che i topi, ed i miei che non sanno di avere, e non canto e non celebro che i topi
e non canto e non celebro che i topi
Poveri genitori contadini, dalla mia testa come uva matura
Per rubare salivo fino in cima, cos mi diverto a rischiarare, dal nido di quell albero le uova
M caro il grugno sporco dei suini, mi son cari i miei furti di monello
il vostro autunno senza piume
Di un vecchio mariuolo di campagna, e col cilindro in testa egli cammina, col capo sulle spalle come un lume
Ma mi vogliono bene come ai campi, mi son cari i miei furti di monello
che oggi il vostro figliolo diventato
Mi piace spettinato camminare, dalle punte del forcone, la fitta sassaiola dell ingiuria
bench afflitta di tronchi rugginosi
e quando incontra un vetturino
di un vecchio mariuolo di campagna